Perché Facebook acquista WhatsApp

If-you-cant-beat-them-buy-them-Facebook-acquires-WhatsApp-for-16-billionChe Mark Zuckerberg abbia acquistato la popolarissima app di messaggistica istantanea è cosa più che nota e si è già speso tanto parlare (e digitare) sul tema. La cosa forse più curiosa è provare a approfondire i termini dell’acquisto, o meglio: prendere tutti gli elementi che hanno portato a questo acquisto per capire non tanto se ma come questo acquisto influenzerà il mondo dei social media.

Il fatto: il 20 febbraio Facebook comunica ufficialmente che rileverà tutte le azioni e opzioni di WhatsApp con quasi 184milioni di titoli Facebook, valutati 12 miliardi di dollari, a cui vanno a sommarsi 4 miliardi di dollari in contanti e 3 miliardi di dollari in azioni vincolate ai fondatori e ai dipendenti di WhatsApp. Le versioni della vicenda paiono già essere discordanti: c’è chi dice (tipo uno a caso che si chiama Jan Koum e l’amichetto suo, sì, com’è che si chiama, Brian Acton) che WhatsApp resterà autonomo nello svolgimento delle proprie attività; c’è poi la cricca di Mark, che ricorda che Facebook ha una missione ben precisa, che vuole proseguire attraverso l’acquisto dell’app:

L’acquisizione supporta la missione condivisa di Facebook e WhatsApp per portare più connettività e benefici per il mondo, fornendo i propri servizi in modo efficiente ed economico. La combinazione aiuterà ad accelerare la crescita e il coinvolgimento degli utenti attraverso entrambe le società.

E’ evidente che la questione sta nel mezzo e che WhatsApp è una pedina importante di un percorso che Facebook sta compiendo verso  una serie di traguardi:

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Anche i dati di Onavo presentati in questo caso da Focus riepilogano quanto già anticipato: la penetrazione più alta di WhatsApp si manifesta proprio nei mercati che meno paiono apprezzare la messaggistica di Facebook.

  • per arginare una espansione inarrestabile sotto il sigillo della magica “F”: le statistiche condivise da Facebook stessa mostrano l’impennata di WhatsApp. 1392893042_fbwhatsappchartEcco cosa succede: partendo dal momento in cui sono nati alcuni dei principali social network o social platforms internazionali, WhatsApp stacca, raddoppia e stra-supera la mole di contatti raggiunta. Certo, i tempi erano altri per Mark e ai tempi le app non erano nemmeno Idea (o forse sì?), ma di certo la crescita in soli 2 anni della mole di contatti acquisiti dall’azienda ne prefigura uno scenario di cui certo la coppia ucraino-americana che ha ideato WhatsApp non può non scendere a patti. Ma soprattutto, come riporta giustamente Wired Italia:

Whatsapp soddisfa un bisogno fondamentale, quello di comunicare con chi ti sta vicino. Certo, anche Facebook te lo permette, e negli ultimi anni si è pure evoluto con una chat in tempo reale che tutto sommato fa il suo lavoro. Ma è diverso: il nucleo fondante del social network blu è la condivisione di pezzetti di vita, l’allestimento di vetrine personali e la gestione di identità virtuali, che possono richiedere tempo ed energie.

WhatsApp, invece, è quotidianità, immediatezza. E’ organizzarsi-lampo per un caffè, chiedersi se prendere o meno il dentifricio in sconto al supermercato, attimi – e non pezzetti – di vita che Facebook da tempo insegue senza arrivarci mai.

  • integrazione dei numeri di telefono per vendere la geo-localizzazione mobile e integrare i sistemi: ed è questo che poi, alla fine, resta come dubbio. Il fatto che Facebook non voglia cambiare WhatsApp, che WhatsApp si definisca in grado di procedere verso una strada autonoma e senza contaminazioni. Che non compaia adv su WhatsApp, onestamente, me lo aspetto. Ma che in futuro WhatsApp diventi un’estensione di Facebook, un profilo integrato in cui numero di cellulare e profilo comunicano in modo sinergico, intercettando gli utenti-chiave e associando a questi ultimi interessi, età, relazioni-chiave, pagine a cui è stato messo “Mi piace” o a cui mettere, invece, mi piace.

Questo è lo scenario che vedo, dal mio Iphone, fuori dalla finestra. E come sempre, in questi casi, possiamo solo aspettare.

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